Carmelina Rotundo Auro e Roberto Alborghetti: Quando il dialogo diventa spazio di cura collettiva




Vigilia di Natale in diretta su K-Radio: educazione, relazioni e bellezza nascosta

Quando il dialogo diventa spazio di cura collettiva

La sera della Vigilia di Natale, martedì 24 dicembre 2025, K-Radio ha aperto uno spazio di ascolto e confronto che ha saputo andare ben oltre il rituale della festività.
Una diretta intensa, partecipata, a tratti anche ruvida, ma profondamente necessaria, condotta da Ramananda Italy (Renzo Samaritani Schneider) insieme alla giornalista Carmelina Rotundo Auro, con la presenza di Roberto Alborghetti, Giuseppe Tocchetti, Elisa Merena e Massimiliano Silvestri.

Un incontro che ha messo al centro educazione, legami familiari, scuola, bullismo, creatività e responsabilità collettiva, dimostrando che anche – e forse soprattutto – la notte del 24 dicembre può essere un tempo di verità, non solo di celebrazione


Natale, senza ipocrisie: una precisazione necessaria

La diretta si è aperta con un intervento sentito di Renzo Samaritani Schneider, che ha chiarito pubblicamente il senso del suo recente articolo Natale no contact, pubblicato su TranItalia News e al centro di reazioni contrastanti.

Con parole nette, ma prive di polemica, l’autore ha ribadito un punto essenziale:
“Natale no contact” non è un invito, non è una teoria personale, non è una prescrizione morale, ma il racconto di una tendenza sociale reale, osservata e discussa da psicologi, sociologi e giornali nazionali.

Il cuore del discorso è stato uno solo:

non tutti vivono il Natale allo stesso modo,
e per alcune persone questo periodo amplifica solitudini, ferite e relazioni difficili.

Un messaggio scomodo, ma profondamente umano: riconoscere le fragilità non indebolisce la famiglia, la rende più vera.
Il vero Natale – è stato detto – non è quello che impone, giudica o uniforma, ma quello che lascia spazio.


Educazione come responsabilità condivisa

Da questa cornice emotiva si è aperto un dialogo ricchissimo sul tema dell’educazione, con l’intervento di Roberto Alborghetti, giornalista e scrittore da sempre impegnato sul fronte della scuola, della didattica e della creatività.

Al centro della conversazione, il suo libro “Sogni, brividi e rotelle”, pensato per ragazzi tra i 7 e i 14 anni, che affronta con delicatezza e forza temi come:

  • resilienza

  • bullismo

  • introversione

  • sport come strumento di crescita

  • empatia e gioco di squadra

Alborghetti ha spiegato la scelta della peer education: non l’adulto che insegna dall’alto, ma ragazzi che parlano ai ragazzi, attraverso un diario narrato dai protagonisti.
Un modo per restituire ai giovani la possibilità di riconoscersi, guardarsi negli occhi, sentirsi meno soli.


Bullismo: comprendere senza giustificare

Il tema del bullismo ha attraversato tutta la serata, affrontato da punti di vista diversi e complementari.

Da un lato, la necessità di interventi educativi profondi, capaci di rafforzare l’autostima delle vittime e di accompagnare anche il bullo in un percorso di consapevolezza e responsabilità.
Dall’altro, la richiesta – forte e senza giri di parole – di regole chiare, autorevolezza e conseguenze concrete, soprattutto nel contesto scolastico.

È emersa una critica condivisa:
la scuola non può essere lasciata sola, né caricata di ruoli impossibili.
Servono figure competenti, risorse adeguate, conoscenza delle norme e un ritorno al rispetto dell’educazione come bene pubblico essenziale.


La bellezza dove non la cerchiamo

Uno dei momenti più poetici della diretta è arrivato quando Roberto Alborghetti ha raccontato il suo progetto artistico Lacer/azioni: una ricerca fotografica sulla bellezza nascosta nel degrado urbano, nei manifesti strappati, nei muri segnati dal tempo.

Non strappare, non intervenire, non “abbellire”:
guardare, documentare, riconoscere che anche nelle crepe passa la luce.

Una citazione di Leonard Cohen ha attraversato le parole come un filo d’oro:

“C’è una crepa in ogni cosa. È da lì che entra la luce.”

Un messaggio che ha risuonato con forza in una sera dedicata, in fondo, proprio a questo: trasformare le ferite in feritoie.


Un dialogo che continua

La diretta del 24 dicembre non è stata una parentesi, ma un nodo di un percorso più ampio:
educazione, cultura, memoria, responsabilità civile.

Per chi non ha potuto ascoltarla in diretta – o per chi desidera riascoltarla con calma – la trasmissione è ora disponibile integralmente su SoundCloud:

👉 Riascolta qui la puntata:
https://on.soundcloud.com/3JS50vyOJQQ6eZUpnK

Un invito non solo all’ascolto, ma alla partecipazione.
Perché, come ha dimostrato questa Vigilia di Natale, la parola condivisa può ancora essere uno spazio di cura collettiva.



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